L'anemia - l'anemia megaloblastica


L'ossigeno, necessario per il normale funzionamento delle cellule umane, viene trasportato nel sangue da particolari cellule specializzate: i globuli rossi.
Questi, detti anche eritrociti o emazie, ospitano nel loro citoplasma l'emoglobina (Hb), la proteina il cui compito è legare l'ossigeno (O2). L'emoglobina è costituita da 4 subunità globiniche, due alfa e due beta, che nel loro insieme formano un tetramero, ovvero un composto di quattro catene. Ogni molecola di emoglobina contiene al centro, in un'apposita tasca idrofobica, un'unità di EME, ovvero una porfirina legata a un atomo di ferro. Proprio questo atomo serve a ospitare una molecola di ossigeno all'interno dell'emoglobina: il ferro, allo stato ferroso, subisce una reazione ossidoreduttiva e passa allo stato ferrico, legando così l'ossigeno. L'emoglobina diventa così ossiemoglobina e conferisce il colore rosso vivo tipico del sangue arterioso. Bisogna sottolineare il fatto che l'ossigeno ha buona affinità verso l'Hb, ma il monossido di carbonio (CO) ha un'affinità maggiore; per questo, nei forti fumatori e nei casi di avvelenamento, questo gas "ruba" il posto all'ossigeno e non si sposta più (carbossiemoglobina), rendendo necessario nei casi più gravi l'applicazione di ossigeno ad una forte pressione atmosferica nella camera iperbarica. La produzione di emoglobina viene regolata da un ormone, l'eritropoietina (EPO), a sua volta rilasciato in circolo dal rene, a livelli basali lungo la giornata, a livelli aumentati se necessario.L'EPO arriva fino al midollo osseo (MO o BM), la fabbrica delle cellule del sangue, dove stimola la differenziazione delle cellule staminali ematopoietiche (HSC) in eritrociti.

Se i livelli di emoglobina diminuiscono nel sangue, di conseguenza saranno diminuiti anche quelli di ossigeno. Si definisce perciò anemia la caduta della concentrazione plasmatica di emoglobina. I livelli normali:
- uomo 14-18 g/dl
- donna 13-17 g/dl
L'anemia ha vari gradi di severità:
- anemia lieve se Hb minore 12 o 13 g/dl
- anemia moderata se Hb minore 10 g/dl
- anemia severa se Hb minore 7 g/dl

I sintomi classici dell'anemia, riportati dal paziente, sono: stanchezza (astenia), pallore, sintomi da aumentato lavoro cardiaco, come tachicardia e cardiopalmo (diminuendo l'ossigeno, l'organismo compensa inizialmente aumentando la forza del sangue circolante).

Bisogna inoltre aggiungere che vi sono situazioni in cui diminuiscono i livelli di ossigeno nel sangue, benché l'emoglobina sia normale. Questo può accadere, ad esempio, in alta montagna poiché la pressione atmosferica è minore, di conseguenza anche l'ossigeno. In questa situazione il corpo umano reagisce rilasciando maggiore EPO, per cui si ha un'aumentata produzione e messa in circolo di globuli rossi, fenomeno conosciuto come policitemia rubra secondaria.

Le cause di anemia si possono dividere in 4 gruppi:

- Cause centrali (nel midollo osseo)

1 . diminuita eritroblastogenesi
2 . diminuita eritrogenesi
3 . diminuita sintesi di emoglobina


- Cause periferiche (nel sangue)

4 . diminuita sopravvivenza dei globuli rossi (distruzione accelerata, perdite)

Iniziamo a parlare quindi delle cause più comuni di anemia.


ANEMIA MEGALOBLASTICA


Questa anemia fa parte del secondo gruppo. Nel midollo osseo, nei precursori dei globuli rossi, si ha la replicazione del DNA, la complessa macromolecola che contiene tutto il patrimonio genetico, il codice di programmazione delle cellule insomma. Per ottenere delle copie esatte del DNA sono necessari i "mattoni" ovvero le basi (adenina, timina, guanina, citosina) che costituiranno la molecola, come le lettere dell'alfabeto in una frase. Per costruire alcune di queste basi, sono necessarie due vitamine: la vitamina B12 e la vitamina B9. Se sono carenti, tutte le cellule in replicazione non riusciranno quindi a completare il loro processo. Nel midollo osseo vedremo perciò delle cellule grandi dal nucleo dismorfico (forme bizzarre): la spiegazione di questa anormale grandezza (da cui il nome egaloblastica, ovvero cellule immature grandi) sta nel fatto che il citoplasma continua a crescere benché la replicazione non si completi. Il quadro quindi si esaurisce in una eritropoesi inefficace, ovvero pochi globuli rossi rilasciati nel sangue dal midollo osseo.
Parliamo perciò di queste importanti vitamine e delle cause che portano alla loro carenza.

La vitamina B12, o cobalamina, è contenuta soprattutto nelle carni animali e nei latticini, da cui viene digerita nello stomaco. Qui viene legata a una proteina, il fattore R, che la protegge fino al duodeno (la prima porzione dell'intestino tenue). Nel duodeno, gli enzimi pancreatici scindono il legame B12-fattore R e la vitamina viene così legata al fattore intrinseco, prodotte dalle cellule dello stomaco. Il complesso viaggia fino all'ileo (la porzione terminale dell'intestino tenue) dove si trovano i loro recettori e dove viene quindi assorbita la cobalamina.
La vitamina B9, o acido folico, è invece sintetizzata dalle piante a foglia larga e ha un'assorbimento più semplice, sempre a livello ileale.

Le vitamine in eccesso vengono depositate, nel fegato, per cui sono necessari mesi di carente apporto di vitamine per determinare l'anemia. Ma la carenza di queste vitamine non provoca solo anemia, ma anche una minore produzione di cellule a rapido turn-over, come quelle del tubo gastrointestinale.

Le cause principali:
- diminuito apporto di alimenti contenenti queste vitamine (succede negli etilisti)
- aumentata richiesta
- diminuito assorbimento, specialmente di vitamina B12, nei casi di gastrectomia (resezione dello stomaco) o anemia perniciosa (distruzione delle cellule della mucosa gastrica) che portano a una minore produzione di fattore intrinseco; malassorbimento intestinale; l'infestazione intestinale da parte di un parassita, il Dyphillobotrum Latum, un cestode che ha come primo ospite le aringhe, per cui si trova soprattutto nelle popolazioni scandinave.

Altri fattori determinanti un'anemia megaloblastica sono i farmaci che contrastano direttamente o indirettamente la sintesi di DNA. E' questo il caso di agenti antimicrobici e antitumorali.

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